Giornalista e scrittore, fu negli anni Settanta leader del movimento politico Lotta Continua. Dopo il 1976 sostenne il Partito Comunista Italiano e successivamente presentò alle elezioni proprie liste con altri formazioni di sinistra. Fu iscritto al Partito Radicale, ma abbandonò l'attività politica militante per dedicarsi al giornalismo e alla scrittura. Venne, dopo alterne sentenze, condannato come mandante dell'omicidio del commissario di polizia Luigi Calabresi, ritenuto responsabile della morte di Luigi Pinelli, l'anarchico morto il 15 dicembre 1969 negli uffici della polizia di Milano, tre giorni dopo la strage di Piazza Fontana. Proprio l'essersi sempre dichiarato innocente (così come gli altri coimputati) ha impedito l'andata in prescrizione degli addebiti, come gli imputati per altro ben sapevano. L'accusa era mossa da Leonardo Marino che si era autodenunciato come l'autista della macchina che avrebbe trasportato l'attentatore, per sua dichiarazione Ovidio Bompressi, mentre per i mandanti fece il nome di Giorgio Pietrostefani e di Adriano Sofri.